Alla fine il PD ha avuto la sua specie di Leopolda.Basta non nominare Renzi.

PDLA SCOPERTA DELLA LEOPOLDA PD.

Alla fine il PD ha avuto la sua specie di Leopolda. Alla sua maniera, un po’ ingessata e con molto ceto politico, ma ha provato a mettere in piedi un dibattito politico senza l’ossessione di dover decidere, al termine, chi comanda e chi no, ma solo per mettere insieme idee. Non inorridisca chi ha partecipato a 10 Leopolde sentendosi dire che lì non succedeva niente di positivo, ma solo la santificazione di un leader. Quando chi sbaglia prova, magari inconsciamente, a correggersi, anche se per andare su una strada che non condivido, mi conferma di essere, con qualche anno di anticipo, sulla strada giusta. Ma non è questo il paradosso più importante. In quel convegno c’è stato un sottotesto, come suole dire, che sbucava come incomprimibile in molti interventi: l’ammissione, malcelata e imbarazzante, della svolta profonda e positiva data dal nostro governo, richiamata soprattutto citando provvedimenti e scelte degli anni dal ’15 al ‘’17, i 1000 giorni di Renzi, senza citare il “motore”, ovviamente. Così per il tema della ricerca di una nuova identità, che “non può prescindere dal lavoro positivo fatto dai nostri governi”, detto tra pochi applausi da una platea che si è sentita dire, fino ad ora, che quell’esperienza è stata “una stagione negativa che, fortunatamente, è alle nostre spalle. Sentire dire “se un rider oggi può resistere in tribunale e vincere lo deve a una nostra legge” (il tanto vituperato Jobs Act), o il sindacalista nero richiamare positivamente la legge contro il caporalato, oppure Bonaccini, che indica come metodo di buon governo il Patto per lo Sviluppo firmato col governo Renzi, nel 2015, con tutte le organizzazioni economiche e sociali del territorio, 22 miliardi di investimenti gestiti in modo partecipato, è una smentita della retorica sulla “disintermediazione” di alcuni interventi precedenti. Due temi sono stati singolarmente assenti. Uno strategico: cosa proporre quando l’attuale esperienza di governo sarà conclusa? L’altro attualissimo: nessun riferimento, al di là dei soliti macro obbiettivi, alle cose concrete da fare subito come forza di governo. Temi politici, lasciati dalla base alla discrezione del segretario nelle conclusioni. Quando si critica il leaderismo. Ma nessuna proposta concreta come, ad esempio, quella dello Shock da investimenti per 120 miliardi, disponibili nei bilanci passati e ancora spendibili, proposto da Italia Viva. E’ dura riconoscere anche questo? Esce l’immagine di un partito che ancora non ha deciso cosa fare da grande, che sembra al governo per caso, ma vuole mediaticamente rappresentarsi come opposizione. Saranno graziati dal mainstream, che non li indicherà come attentatori della stabilità e di Conte, come si è soliti fare per ogni proposta di Italia Viva. Il paradosso è che, su quasi tutto, si tenta di tornare, senza dirlo, alle politiche dei 1000 giorni, da industria 4.0, ai progetti di Italia Sicura o per le periferie. Basta non nominare Renzi. Ma, così, i conti non torneranno. Su, ragazzi, un piccolo sforzo di coerenza e siete già in Italia Viva.

Alla fine il PD ha avuto la sua specie di Leopolda.Basta non nominare Renzi.ultima modifica: 2019-11-17T16:44:37+01:00da bezzifer
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