Con gesto plateale, forse consigliatogli da qualche sceneggiatore di serie tv, il “capo politico” (ho sempre detto che la carica valeva quella di Governatore del Club di Topolino, che i più anziani certo ricorderanno) non è più “capo politico” di nulla.
A dire il vero, già era il “capo politico” di un quasi nulla, come s’è visto; ora non è più nemmeno quello.
Come dice il Direttore Turani, si torna da mammà.
No, un momento, non proprio. Questo simpatico Renato Carosone giovane è ancora Ministro degli Esteri, e non del Club di Topolino, ma della settima o ottava potenza mondiale, della seconda potenza industriale europea, del Paese con il maggior numero di siti UNESCO al mondo, oltre che culla della civiltà moderna.
E tralascio gli altri non pochi meriti che questo Paese è ancora riuscito a salvare, compresa la Regione meglio amministrata d’Europa ed ora contesa da un pericoloso finto e volgare bontempone, con evidenti tendenze autoritarie e che fa scherzi al citofono col codazzo di media e forza pubblica.
È ancora lunga la strada.
“Sentinella, a che punto è la notte?”
“Viene la mattina, e viene anche la notte.
Se volete interrogare, interrogate pure;
tornate un’altra volta”.
Già, ma facciamo presto, per carità, questo incubo dovrà pure finire.
Apriamo subito i cantieri, sia quelli fisici che quelli intellettuali, apriamo i cervelli, tagliamo al rozzo padano l’erba sotto i piedi.
È tutto un bluff, non ha nulla da proporre, non ha idea di cosa fare, se non prendere il potere e dare sfogo a tutte le ubbie che lui e gli amici suoi hanno coltivato per anni, alcuni nascosti nelle valli bergamasche, altri nelle suburre metropolitane.
Di Maio stranamente non ha incolpato il PD, il partito di Bibbiano, o l’odiato Matteo Renzi, del suo fallimento; ha scoperto che esistono anche i nemici interni, e che sono più pericolosi di quelli esterni.
Mi pare di avere già visto questo film. La scatoletta di tonno si è richiusa e lui è rimasto intrappolato dentro.
Ora bisogna che passi l’ordalia dell’Emilia-Romagna, anche se comunque i media ne troveranno subito un’altra da proporre, siatene certi. La Puglia, la Campania, il sindaco di Imola o l’elezione della Giunta della bocciofila di Viterbo.
Le forze della conservazione nel Paese sono tante ed agguerrite, e faranno di tutto per evitare che qualche riforma seria, magari di straforo, possa andare fino in fondo. Meglio tenere tutti sulla corda, raccontare sempre e comunque l’orlo del baratro, l’apocalisse imminente, un po’ di audience in più è assicurata. E chissenefrega se ci martelliamo da soli gli zebedei. L’importante è evitare di fare sul serio. Ammuina, ammuina, ammuina forever.
“Se volete interrogare, interrogate pure;
tornate un’altra volta”.
Troverete qualcuno che risponde, magari: “Buona notte, e buona fortuna!”