POLITICI E BUFFONI Da De Gasperi a Grillo, come fare un grande paese e come tentare di distruggerlo.

Risultati immagini per Da De Gasperi a GrilloSi poteva pensare che Di Maio (appena eliminato) fosse il peggio, ma non è vero. Bonafede, ministro di giustizia, liquida secoli di sapienza giuridica e di civiltà con un tratto di penna. Lo si può persino capire: non ha letto di sicuro Beccaria, ma Travaglio, e il culto delle manette è entrato in lui. Come si fa a dire che in carcere non ci sono innocenti, quando non c’è quasi altro. Infatti, in giro si delinque alla grande.

Ma nel pantheon di quelli non tanto a posto, ci devi mettere anche la biondissima Barbara Lezzi, che voleva chiudere il centro siderurgico più grande d’Europa per avviare un allevamento e commercio di cozze: danno previsto per l’economia italiana 3,5 per cento del Pil in meno. Una recessione da libri di storia.

Persino Beppe Grillo, nella sua infinita arroganza e ignoranza (condannato in via definitiva per aver distrutto una famiglia) deve arrendersi di fronte a questo fatto: l’aver promosso a parlamentari e ministri gente che magari aveva ricevuto 100 clic su qualche sgangherata piattaforma non è stato il rinnovamento della politica, ma la sua degradazione finale. Una cosa oscena.

Per quello che è successo in questi dieci anni in Italia non ci sarà mai una Norimberga, per fortuna non è morto nessuno. Ma ciò non toglie che Grillo sia responsabile in prima persona di tutto questo casino.

E c’è anche uno spettacolo finale che dovrebbe indurlo a fuggire in Nicaragua. I suoi ”meravigliosi ragazzi”, ai quali aveva affidato le sorti della patria, stanno scappando come topi alla disperata ricerca di qualcuno che voglia offrire loro una seconda candidatura, pur di non andare a lavorare o a ingrassare sul divano di mamma.

Questo indegno ultimo atto, anche se lui fa finta di niente, ha un nome e un cognome: Beppe Grillo. Ha voluto essere, da comico scaduto, il padrone d’Italia, invece sarà l’impresario di una catastrofe politica, dei suoi 5 stelle non rimarrà più niente, saranno spazzati via dalla storia. E di Grillo ci si ricorderà come di un comico che ha fatto ridere poco, ma piangere assai. E che ha tentato di fare a pezzi un paese e una Costituzione che non meritavano questo oltraggio.

I padri e le madri costituenti erano persone che avevano affrontato a testa alta l’esilio, le persecuzioni, il carcere politico, le torture. Molti partigiani scesi dalle montagne. Erano quanto di meglio il paese potesse mettere in campo in quel momento. E infatti hanno fatto un buon lavoro.

Poi, con Grillo, è arrivata la stagione dei saltimbanchi. So che chiedo troppo, ma Grillo vada a leggersi le biografie dei costituenti e poi le confronti con quelle dei suoi meravigliosi ragazzi. C’è Nenni, combattente in Spagna e in Italia, una figlia persa nei campi di concentramento tedeschi. C’è Togliatti, commissario politico nella guerra di Spagna, che rischia la rottura con i suoi per tenere aperto il dialogo con i cattolici. E c’è De Gasperi, per anni nascosto in Vaticano, che, non invitato ufficialmente, va comunque in America, un viaggio rocambolesco con due soste alle Azzorre. A invitarlo non è stato il governo americano, ma Henry Luce, editore della rivista ”Time” e l’incontro si svolge a Cleveland. Ma De Gasperi è così bravo, abile, diplomatico che con un viaggio “non ufficiale” di fatto stabilisce l’amicizia Italia-America.

De Gasperi è lo stesso che va alla conferenza di pace di Parigi con un cappotto prestatogli da Adone Zoli (un eroe del “Non mollare” fiorentino, primo giornale antifascista sotto il fascismo). E De Gasperi comincia il suo discorso con le famose parole: “So che qui, a parte la vostra personale cortesia, tutto mi è ostile…”. Gli altri capi di Stato apprezzano la sincerità di De Gasperi e quando è ora di firmare i trattati europei scelgono Roma.

Ecco, Grillo, metta uno dei suoi buffoni in queste circostanze, con un paese semidistrutto dalla guerra (combattuta dalla parte sbagliata e persa), e mi dica che cosa succede.

Invece siamo diventati la sesta potenza economica del mondo. Senza Di Maio, senza la Lezzi, senza la Castelli e senza Buffagni.

So che la cosa le potrà far girare le balle, ma il presidente Obama ha voluti riceverci tutti alla Casa Bianca in una cena d’onore: Matteo Renzi, Giorgio Armani, Bebe Vio, e molti altri. L’amicizia costruita da De Gasperi a Cleveland è ancora lì.

Siamo stati e siamo un grande paese, prima di voi e nonostante voi.

POLITICI E BUFFONI Da De Gasperi a Grillo, come fare un grande paese e come tentare di distruggerlo.ultima modifica: 2020-01-25T08:21:03+01:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share