POLTRONI & DIVANISTI

 

Interventi Blog 2008

Sono sempre stato contro l’assistenzialismo e lo sperpero di denaro pubblico in misure assistenziali che non riguardino i casi accertati di bisogno. Per questo sono e continuo ad essere contrario al Reddito di Cittadinanza che si è dimostrato strutturalmente incapace di centrare l’obbiettivo di sostenere le persone in stato di necessità avviandole al lavoro. Due azioni che si è voluto ideologicamente concatenare nonostante necessitino di due politiche completamente diverse.
La misura giusta era quella messa in campo dal centrosinistra col Reddito di Inclusione gestito dai Comuni che conoscono, attraverso i loro servizi “ordinari”, e non con nuovi inutili e dispendiosi apparati, chi sono i veri cittadini in stato di bisogno. Un intervento più rapido, mirato e meno costoso.
Tuttavia sono contrario alla retorica che non distingue il “peccato” dal “peccatore”, si potrebbe dire nel linguaggio Conciliare. Soprattutto considerando che, al netto dei truffatori che vanno perseguiti duramente, i “peccatori” in vero stato di necessità, che sono la maggior parte, potevano solo accettare quella soluzione.
Continuare a prendersela con loro non mi sembra un messaggio positivo. C’è sicuramente una cultura assistenzialistica da superare, ma lo si fa rilanciando la battaglia contro il Reddito di Cittadinanza, proponendo un ritorno al RdI e un riavvio delle politiche attive del lavoro da separare dalle misure assistenziali. Non si è in grado di farlo per non terremotare il governo? Allora è inutile martellare i “consumatori finali”.
Così come mi sembra assurda la polemica sui 500mila “poltroni” che negli ultimi 4 mesi hanno smesso di cercare lavoro. In quel lasso di tempo sono considerati marzo, aprile e maggio, tre mesi di lockdown nei quali non si poteva uscire di casa ed era praticamente tutto chiuso. Ce li vedete 500mila in giro a cercare lavoro? Vorrei leggere quanti, non esercitanti professioni sanitarie, parasanitarie o nell’indotto, hanno trovato lavoro in quei 3 mesi. Mentre le previsioni nei prossimi sono soprattutto di disoccupazione.
Capisco la polemica contro l’assistenzialismo e la malacultura che lo alimenta, ma le polemiche sui divanisti e sui 500mila poltroni mi sembrano un diversivo politico nel quale non cadere.
E anche dal punto di vista “estetico” (aaah la comunicazione!) sembra di risentire la pessima battuta di una ex ministra sui giovani italiani “choosy”, o quella del figlio di papà che aveva vinto alla lotteria un posto da viceministro e chiamava “sfigati” i 28enni non ancora laureati. Allora mi venne l’orticaria. Siamo seri.

POLTRONI & DIVANISTIultima modifica: 2020-06-09T12:39:40+02:00da bezzifer
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