Renzi e l’Inchiesta Consip: “Tutto surreale, dal siluro da Napoli alle telefonate con Romeo, mio padre ha preso soldi solo dal Fatto”.

Il senatore Matteo Renzi ha dato mandato ai propri legali di adire in giudizio “Il Fatto Quotidiano” e il direttore Marco Travaglio per la frase “Renzi spiattella un segreto del Copasir”. La notizia non corrisponde al vero. Il senatore Renzi tuttavia si compiace per la inedita attenzione della redazione de “Il Fatto Quotidiano” alla critica verso chi diffonde notizie coperte da segreto istruttorio, rappresentando questa svolta de Il Fatto “un interessante passo in avanti verso nuove frontiere di civiltà giuridica”

Conosco Matteo, grande persona e di cuore, è l’ora di lasciarlo lavorare in pace? ma cè il perche, per questo accanimento giuridico e mediatico contro RENZI.

La magistratura o meglio una parte di essa ha scambiato da anni l’autonomia per dittatura. Per finire non rappresenta più la giustizia libera dalla politica ma la giustizia che fa politica. Berlusconi era attaccato personalmente, Renzi non hanno la capacità di attaccarlo direttamente perché è un politico che crede e agisce secondo il suo credo e la sua nesta e competenza, allora è la sua famiglia, le persone che gli stanno vicino che sono diventate bersaglio di certi magistrati politicizzati. Poi Renzi a Firenze ha pestato troppo i piedi a certi pm che non glielo hanno mai perdonato abusando del potere dato ai pubblici ministeri di inquisire e intercettare senza limiti protetti dalla Magistratura. Ora si viene a sapere uficialmente, ma si sapeva già! di forze dell’ordine che intercettavano senza autorizzazione e capite che c’è qualcosa che non torna. Ecco che per ritornare alla ragione si dovrebbero separare le carriere, separando i pubblici ministeri dal resto della Magistratura.

Renzi e l’Inchiesta Consip: “Tutto surreale, dal siluro da Napoli alle telefonate con Romeo, mio padre ha preso soldi solo dal Fatto”.

“Alfredo Romeo poteva chiamarmi, lo conoscevo. Questa idea che per arrivare a me cercasse Russo e mio padre mi sembra surreale”. Deposizione definitiva quella di Matteo Renzi ieri nel processo Consip in corso a Roma che vede imputato anche Romeo per traffico di influenze. Nel procedimento sono imputati, tra gli altri, Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva, l’ex parlamentare Italo Bocchino, il manager Carlo Russo, l’ex ministro Luca Lotti e l’ex generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia.

Secondo l’accusa, Russo, imprenditore toscano del settore farmaceutico, aveva inizialmente stretto un legame con Tiziano Renzi. Successivamente gli avrebbe chiesto di fare pressioni sugli ad di Consip dell’epoca (prima Domenico Casalino, poi Luigi Marroni) per condizionare alcune gare Consip. L’ipotesi di partenza era che volesse condizionarle a favore di Romeo, senonché gli amministratori di Consip, Casalino e Marroni, hanno spiegato che le società per le quali hanno ricevuto raccomandazioni non erano quelle di Romeo – hanno escluso che fossero quelle di Romeo – bensì le società concorrenti. E che quindi Romeo – se condizionamento ci fu – fu vittima e non beneficiario.

“La verità è che mio padre non ha preso un euro da Romeo – ha dichiarato Matteo Renzi – mentre invece ha preso migliaia di euro da Marco Lillo e da Il Fatto quotidiano”. Il riferimento è alle varie cause che il giornale di Travaglio ha perduto contro il padre di Renzi e ai conseguenti risarcimenti. L’ex premier, non indagato, ha poi ricostruito quello che accadde quando era a Palazzo Chigi. “L’Eni era importante, non Consip. Ho letto di forze dell’ordine che intercettavano senza autorizzazione e capite che c’è qualcosa che non torna”. Quando eravamo al governo “noi eravamo terrorizzati che ci fossero indagini”. “Con mio padre ho avuto qualche discussione – continua – quando ho letto su un quotidiano che mio padre avrebbe avuto un incontro in una bettola segreta, l’ho chiamato e ho alzato un po’ la voce”.

Renzi ha ricordato anche il suo legame con Luca Lotti“E’ stato uno straordinario collaboratore sia a Palazzo Chigi sia nell’esperienza con il Pd. Avevamo un rapporto molto stretto, eravamo più che colleghi. Le vicende politiche degli ultimi anni ci hanno diviso e si è molto raffreddato anche il rapporto personale che non è più quello di prima”. Ma è sull’inizio dell’indagine Consip che Renzi ha manifestato tutte le sue perplessità: “E’ una vicenda che parte da Ischia (indagine Cpl Concordia, n.d.r.) dove non c’entravamo nulla e in molti dicevano ‘da Napoli arriverà un siluro per Renzi’. Io non credo ai complotti ma troppe cose non tornano in questa vicenda”.
Ed in effetti per comprendere le parole di Renzi è necessario riavvolgere il nastro e tornare al 21 dicembre del 2016 quando arrivò alla Procura di Roma, allora diretta da Giuseppe Pignatone, l’indagine Consip istruita fino a quel momento dal pm napoletano Henry John Woodcock con i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) diretti dal colonnello Sergio Di Caprio, alias capitano Ultimo. L’informativa di 900 pagine, neppure il tempo di essere protocollata a piazzale Clodio, finirà quasi interamente sui giornali, ad iniziare dal Fatto Quotidiano.

Il sospetto è che qualcuno avesse voluto affossare Renzi ed il Giglio magico. La Procura di Roma reagì indagando i carabinieri del Noe, ad iniziare dal maggiore Giampaolo Scafarto, l’estensore dell’informativa, Wodcoock, ed alcuni giornalisti fra cui Federica Sciarelli. Che poi saranno prosciolti.

Renzi e l’Inchiesta Consip: “Tutto surreale, dal siluro da Napoli alle telefonate con Romeo, mio padre ha preso soldi solo dal Fatto”.ultima modifica: 2022-12-08T11:05:00+01:00da bezzifer
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