Archivio mensile:giugno 2017

In Italia abbiamo Peppe, Giggino & Dibba con la paghetta di cittadinanza.

Giovani elettori e vecchi socialisti.Perché gli elettori “millennials” sono attratti da politici come Sanders, Corbyn e Mélenchon?

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Non è una questione di carisma: ha le sue radici nei loro programmi

Le riflessioni che SI sta sviluppando sull’odierna sinistra occidentale colgono alcuni aspetti dirimenti che sfuggono a molti commentatori italiani, e questo articolo non fa eccezione. La sinistra liberal ha smesso da tempo di frequentare il malcontento sociale, preferendo fare l’interesse dell’élite economiche, a cui sono legate a doppio filo. Nel presente contesto di crisi politica ed economica, outsiders come Sanders, Corbyn e Mélenchon hanno saputo intercettare domande sociali latenti, prima fra tutte il bisogno di protezione.

Farei però attenzione a ricondurre questi movimenti al concetto di ‘vecchio socialismo’. Il loro successo è anche dovuto al fatto di essersi smarcati dalle liturgie e i linguaggi della sinistra tradizione. Il discorso politico si è rinnovato nella direzione di un populismo progressista, che preferisce fare appello al ‘popolo’, al 99%, anziché alla classe operaia – categoria in larga parte esausta nell’epoca della società liquida.

Vedo insomma molta più innovazione di quanto venga spesso riconosciuto. Spero che, al netto delle opinioni che si possono avere sui programmi in questione e del fatto che col tempo questi giovani verosimilmente cambieranno idea. Spero che i giovani di cui si parla diano effettivamente più peso ai programmi che al carisma di chi li propone. Soprattutto spero che col tempo non cambino tale approccio.

Ma la vera domanda è perchè tutto il mondo non imita i paesi scandinavi? Primi in quasi tutte le classifiche di welfare, hanno un mercato del lavoro flessibile ma con lo stato che ti protegge se lo perdi e ti organizza corsi di formazione(politiche attive del lavoro) hanno sanità pubblica, scuola pubblica e in entrambe raggiungo livelli di assoluta eccellenza, dovrebbero essere il modello per ogni persona di sinistra. Da notare che sia Sanders che Corbyn hanno idee politiche molto più arretrate di quelle svedesi, molto più da sinistra vecchio stile, in particolar modo sul lavoro o sul commercio internazionale(Sanders spesso se ne esce con frasi improbabili). Sotto un certo punto di vista in stati come quello francese e tedesco, che hanno un welfare molto sviluppato, politiche “scandinave” sono molto più quelle di Macron che di Melenchon.

Aggiungo una mia oppinione alla domanda è perchè tutto il mondo non imita i paesi scandinavi? Perché necessitano di una pressione fiscale molto alta e una cura certosina delle finanze pubbliche.Non puoi essere una socialdemocrazia scandinava se la maggior parte del tuo elettorato non vede di buon occhio tasse alte (come negli USA) né se, nonostante gli alti introiti fiscali, sprechi i soldi dei contribuenti perché gestisci male le finanze pubbliche (come in Italia). Quello delle socialdemocrazie scandinave è, come sistema, il mio preferito; rimane che sia un sistema piuttosto estremo (non estremista), cioè che funziona perché storicamente si sono attuate le condizioni perché esistesse. Ma sono più scettico sulla sua es portabilità. Infatti non bisogna diventare dall’oggi al domani la Scandinavia (così come non diventeremo mai dall’oggi al domani, per fortuna, l’America e neanche la Germania, e sempre per ragioni storiche, su questo potete stare tranquilli), il punto sarebbe cominciare a prendere esempio e provare a prendere a poco a poco quanto di buono viene da quei modelli: anche perché nulla fa pensare che in Italia funzioni meglio un liberismo statunitense (con tutte le storture che comporta) della socialdemocrazia nordica. Tranne ovviamente una diffusa ideologia, che contrappone come sola scelta al liberismo il comunismo.

Per portare i servizi ad un livello simile-scandinavo, ti toccherebbe scontentare parecchia gente o fare riforme che la Costituzione ora come ora impedisce. Ad esempio (i primi tre che mi vengono in mente): ricalcolare al contributivo le pensioni in essere (cosa bocciata dalla Corte Costituzionale); diminuire l’autonomia degli enti locali (articolo di qualche tempo fa: la sola Sicilia spende per i dipendenti pubblici un terzo della spesa italiana a riguardo, cioè due miliardi su sei); smettere di mantenere aziende pubbliche in perdita cronica e con servizi pessimi solo perché sono un bacino elettorale (le fai fallire e ne rifai una nuova per esempio).Queste son cose note, non misteriose: c’è accordo pressoché unanime su cosa fermi l’Italia. Manca il coraggio di cambiarle. D’altra parte stiamo andando verso un sistema proporzionale, dove ogni singolo minuscolo gruppo di cittadini potrà far valere la propria voce in grazia dei propri tre senatori che possono far cadere un governo.

PS: CONCLUDENDO MI CHIEDO. Quali sono i modelli, le idee, la cultura che i giovani hanno assorbito? Per rispondere alla domanda bisogna chiedere chi forma i giovani e in che realtà vivono. La prima risposta è facile: famiglia e insegnanti.
Entrambi sono anagraficamente appartenenti alla generazione dei baby-boomers, che hanno vissuto in un periodo in cui c’era una crescita economica che generava risorse che venivano tutte spese o dallo Stato (nella costruzione di un sempre più esteso stato sociale) o dalle famiglie (nell’acquisto di beni durevoli o di consumo). Tali risorse non erano però sufficienti, ma la volontà di estendere sempre più sia lo stato sociale che i consumi, senza poterselo permettere, ha portato alla crescita dei debiti pubblici e privati e alla conseguente crisi del 2008-2012.
Genitori e insegnanti hanno inoltre creato nei giovani (spesso figli unici o quasi) un clima di enormi aspettative nei confronti del futuro, senza trasmettere l’idea che il “successo” individuale non è solo questione di tempo, ma anche di impegno e di possesso di competenze e abilità specifiche (“potrai fare ciò che vuoi nella vita, basta volerlo”)
E così i millenials si sono ritrovati nella realtà attuale (la più lunga crisi/stagnazione del dopoguerra) convinti che con una laurea qualsiasi e un po’ di fortuna, avrebbero potuto diventare a 30 anni editorialisti del Corriere o scrittori di successo o dirigenti in qualche azienda. Già si vedevano a 30 anni: ricchi e nel pieno del successo.
Ma il clima era cambiato: Stato e Aziende tagliavano i costi, i posti di lavoro creati erano sempre meno (e la concorrenza per accaparrarseli maggiore), e così i giovani si sono trovati disoccupati o sottooccupati.
A 30 anni si sono quindi trovati, in due parole crude ma vere: poveri e sfigati (e i più giovani ormai, vedendo come sono messi i trentenni, hanno capito che faranno la stessa fine).
Quale soluzione? Ripensando ai propri modelli formativi (genitori e insegnanti baby-boomers), si aspettano che ci pensi lo Stato, a creare ricchezza senza risorse, e quindi premiano i vari incantatori di serpenti (Corbyn, Sanders, ecc.) che promettono lavoro, sussidi, sanità e università gratis ecc, senza spiegare come e dove prendere i soldi.
Che non sarebbe nulla di nuovo da quanto fatto 30-40 anni fa, ma con la differenza che oggi abbiamo sulle spalle i debiti (pubblici e privati) creati dai baby-boomers.

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Ma se ieri avete detto nei tg che l’istat è sconcertata dal rialzo della crescita del sud.per la prima volta +0.9% ….siete tutti buffoni !

Cresce il divario economico tra Nord e Sud: nel Meridione uno su 2 a rischio povertà.Nel Mezzogiorno quasi una persona su due è a rischio povertà.

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Ma tutto  il lavoro in nero che ce  nel sud non lo calcolate.

Sono dati vecchi e fotografano l’italia nell’occhio del ciclone della crisi: oggi le cose sono in parte diverse anche perché sono passati tre anni in cui il paese ha visto una timida crescita. Non ha senso pubblicare dati di questo genere senza una analisi attenta, che li spieghi e li contestualizzi. Se no si fa solo un polverone. Ma forse è proprio quello che si voleva ottenere.Tutto fumo negli occhi, al sud come chiunque può testimoniare lavorano in nero e mangiano a strafogare, babà sfogliatelle e cannoli tutti i giorni e bevono prosecco da mane a sera,mentre ovviamente si ascolta concerti di mandolini…

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Prima si liberano della May e prima i Britannici verranno a capo della Brexit nel migliore dei modi.

La proposta di Theresa May per i cittadini europei che vivono in Regno Unito.Offre la possibilità a chi arriva prima dell’effettiva Brexit – o poco dopo – di maturare gli stessi diritti dei britannici.

Belgium EU Summit

Finalmente si parla di cosa implica veramente il brexit. Molti credono che l’unico effetto siano i controlli alla frontiera, che esistono già e non dipendono dall’appartenenza alla EU.

Theresa May continua ad aggiungere confusione alla già enorme confusione.Una specie di “sanatoria” che non considera affatto i flussi migratori cui necessita l’UK è solo demagogia che serve alla premier solo a cercare un modo per poter trattare sul libero scambio.E’ preoccupante che una nazione così evoluta non abbia idea di come affrontare una situazione creata da lei stessa.I flussi migratori sono altra cosa rispetto a chi si trova già in UK ora.Stiamo parlando di cittadini europei che in parte rientreranno nei propri paesi di origine (e altrettanti li sostituiranno) e non di cittadini extra UE che presumibilmente si costruiranno una vita per i propri figli.Sul” tutto lascia pensare” sono dubbioso proprio per il fatto che non ci fosse un progetto prima di Brexit e soprattutto fino a qualche settimana fa la linea dura sembrava anche l’unica del governo May. OK:È la prima volta in assoluto che si fronteggia una questione del genere. Si naviga a vista, non vedo come altro si potrebbe fare: non esistono schemi precompilati o consuetudini diplomatiche.Ma:La preoccupazione sorge dal fatto che non siano state fatte valutazioni (soprattutto le più pessimistiche) e progetti prima di Brexit lasciando praticamente tutto al caso.Quando si vuole “costruire” qualche cosa prima si progettano le fondamenta studiando il terreno e dopo si decide se procedere e non il contrario.Mi scuso se ho usato una metafora molto semplice. Non ce ne è stato il tempo, secondo certi personaggi dicendo. Fra la sostituzione travagliata del primo ministro David Cameron con Theresa May, fra la sentenza della Corte Suprema britannica che ha stabilito di consultare anche il parlamento in materia di negoziati per l’uscita dalla UE, fra le elezioni anticipate, il governo inglese non ha potuto dedicare settimane o mesi a stilare proposte accettabili per la commissione UE. Non è che il governo abbia solo quell’incombenza, eh?!?

Signori  non stiamo parlando di questioni di poco conto. Anche il governo Cameron ha le sue enormi responsabilità ma a voler la hard Brexit era piuttosto il governo di May(la stessa che ha voluto le elezioni anticipate). Direi che le scelte fatte nell’ultimo anno sono state tutte piuttosto avventate e poco ponderate come anche i toni tenuti con la UE da parte degli esponenti governativi.

State, in sostanza, dicendo che ci  dobbiamo fidare di Theresa May. Che, per esempio, chi oggi rischia di vedersi rifiutata la domanda di residenza permanente perché in una fase ormai lontana della sua vita non era in possesso di CSI quando avrebbe dovuto esserlo, deve fidarsi del fatto che Theresa May ha detto “state tranquilli che non cacciamo nessuno.”

La storia politica di Theresa May mi ha insegnato che di Theresa May non c’è da fidarsi in nessun caso.

Per la cronaca, nel UK  è pieno di casi di persone, alcune sposate con cittadini britannici, che stanno vedendo la propria domanda di residenza permanente rifiutata, perché un numero a caso di anni fa non hanno lavorato per un tot di mesi, e per quei mesi non avevano sottoscritto una CSI privata.

Tanto per chiarire questo punto: la CSI è un “requisito” di cui nessuno sapeva niente, che non era richiesto da alcuna istituzione, che lo UK sta usando per rifiutare le domande di residenza permanente dicendo che è un “requisito europeo”, ma l’UE sostiene comunque che, anche se è un proprio requisito, è pur sempre “illegale” rifiutare le domande di residenza permanente su questa base.

Non sono dettagli. Se si vuole mettere l’animo della gente in pace, bisogna dire le cose come stanno realmente, che a me allo stato attuale se per esempio mi volessi comprare casa chi me lo fa fare.

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Spero tengano in considerazione le parole di Gentiloni, che sottoscrivo in toto.

Il Consiglio europeo concorda: più sostegno all’Italia sui migranti. Gentiloni soddisfatto, ma non troppo. Juncker e Tusk gelano May sulla Brexit. La cautela del premier: “Purtroppo sappiamo che i problemi non si risolvono con un documento”

Dopo la grande concordia su cooperazione militare e difesa, dal Consiglio europeo è uscito anche un accordo per “sostenere di più l’Italia” sui flussi migratori. A dare l’annuncio il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha sottolineato come la situazione nel Mediterraneo centrale rimanga “critica in termini di arrivi irregolari di migranti”.

Ma  Gentiloni prima ha rinnovato le Sanzioni alla Russia che ci fanno perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro e allo stesso tempo dichiara con il sorriso che lo fa pur sapendo che sono INUTILI! “Così come non c’è dubbio – ha proseguito – che di per sé lo strumento delle sanzioni, che nessuno dei 28 ha chiesto di interrompere, è diventato come un elemento del paesaggio: sono lì. Quindi le confermiamo per confermare la nostra unità e l’inaccettabilità di quanto accaduto..“Ma la loro capacità di incidere, col trascorrere del tempo, può non essere straordinaria”!! Ok Lo facciamo perchè ci piace soffrire! Le sanzioni ? Sìììììììì. La questione clandestini? Non importa,aspettiamo che passi l’estate e che arrivino altri,diciamo ventimila baldi giovani.Mi raccomando solo maschi. Poi si vedrà,con calma,tanto qui c’è da mangiare,da vestire,da abitare,da studiare,da curarsi per tutti. Diritto di vivere …..ma perchè in Italia? Perchè qui c’è tanto ammmmmmore.Si: Il problema non è di facile soluzione. Mi sembra evidente che le sanzioni non hanno procurato alcun successo tangibile ed è molto dubbio che ne procureranno in futuro. L’opera di convincimento sulle parti portata avanti dalla Comunità Europea è ad un punto morto. Il costo che l’economia europea sta pagando è molto alto ma bisogna ammettere che, al momento, sul tavolo non esistono altre opzioni se non quella di chiudere gli occhi e far finta che niente sia avvenuto.
L’aggressione, manu militari, ad uno stato sovrano internazionalmente riconosciuto non può passare sotto silenzio specie quando questo avviene alle porte dell’europa. Lasciare che un precedente del genere si compia, immaginando che mai, a noi, potrebbe accadere sarebbe molto pericoloso oltre che molto stupido.

Con le sanzioni l’aggressione sparisce? No,spariscono gli affari. Più passa il tempo più sarà difficile recuperare. Invece come recuperiamo bene i clandestini noi…..e come ci aiutano di cuore,veramente a portarli tutti in Italia! Guai se ne manca uno!

 

 

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La priorità è la ripresa economica ma soprattutto riduzione delle disparità sociale.Non contestare il direttorio UE a due.

Emmanuel Macron e Angela Merkel insieme in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue per consolidare l’asse franco-tedesco sulla nuova Europa.Consuetudine con Sarkozy, interrotta con Hollande, la cancelliera ha parole di apprezzamento per il nuovo presidente francese.

Il direttorio a due c’è stato anche con Hollande,c’è SEMPRE stato. È state inclusivo dell’Italia solo con DE Gasperi agli inizi. Poi l’Italia è sempre stata troppo instabile per essere inclusa nella leadership Europea. È sempre stata “l’ultimo dei grandi” (dove per Grandi si intende Francia e Germania). Qualche volta Prodi nel 96-98 e Renzi sono riusciti a fare dell”Italia il terzo pilastro (vedi vertici trilaterali a berlino/ventotene/parigi nel 2016). Però poi sono caduti e han lasciato il posto a governi ancora più fragili. Invece Berlusconi, che al contrario è durato tanto, ha sempre snobbato l’UE fino al punto di rifiutare lui stesso gli inviti per entrare nel gruppo di contatto Europeo sull’Iran o quello dei paesi fondatori nel 2005.Consiglio su questo di leggere Sergio Romano, Francesco Paolo Fulci e i documenti dello IAI.

Sarebbe ingenuo ed irrealistico pensare che l’Europa possa esistere senza un forte blocco di base a cui gli altri, volenti o nolenti, si trovano ad aderire. Dal punto di vista dell’immagine è però deleterio che i cittadini europei siano indotti proprio da un’esibizione del genere ad attribuire a quei due soggetti tutte le manchevolezze che invece sono uniformemente diffuse in tutti i paesi dell’Unione, solleticando i nazionalismi ancora molto forti. Pare proprio che la Brexit non abbia insegnato niente a questi signori.

Avanti così. Certamente la priorità assoluta è in questo momento la difesa. La Francia possiede l’unico esercito europeo dotato di armamenti moderni, la Germania non può invece organizzarne alcuno, visti i trattati del ’47. Ma, lavorando di concerto, soldi e tecnologie tedesche possono iniettare nuove energie nell’esecito francese, facendone di fatto il nucleo fondante di una difesa europea nuova di zecca. In quanto tale non soggetta ad alcuna delle limitazioni di cui Italia e Germania ancor oggi soffrono.
Un esercito comune non solo consentirebbe ai Paesi membri larghe economie di scala, ma sarebbe il primo passo verso un ridimensionamento dell’impegno NATO, oggi svantaggioso per l’Europa sia in termini di costi economici che per l’impossibilità di incidere su politiche sempre più lontane dai nostri interessi e dimensionate sulle nuove strategie atlantiche.

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La RICREAZIONE STA PER FINIRE ed i giochetti anche !! si salvi chi puo !

Bce avverte l’Italia: “Rispetto del patto di stabilità deludente, Paese a rischio.Il bollettino di Francoforte: “Riforme lente e aggiustamenti del bilancio frenano la crescita”

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In altri parole….”Cari compatrioti italiani, con il Q.E. vi ho fatto avere tassi d’interesse bassi negli ultimi 2 anni. Eppure non avete diminuito il rapporto debito/PIL”.Con la fine del Q.E., il “preside” Draghi annuncia che la “ricreazione” sta per finire e adesso per le nostre finanze pubbliche si prospettano tempi difficili.

Tradotto per chi magari pensa che l’Europa ci da compiti a casa o ci vuole comandare. Draghi dice, il vostro debito è troppo alto siete a rischio e io fra non molto devo fermare il QE. (Acquisto massiccio di titoli di stato) Non spendete a debito perché rischiate di cadere, usate solo i soldi che incassate realmente. Non è colpa dell’europa se abbiamo un debito mostruoso. Servono vere riforme, continuare a comprare volti con promesse elettorali  da eliminare o reddito di cittadinanza, farà aumentare ancora il debito. Servono le vere riforme impopolari (tipo il referendum del 4 dicembre) oppure fallirete, e non falliremo per colpa dell’europa, falliremo perché spendiamo i soldi che ci prestano e che ad un certo punto non possiamo più restituire.

Quello che capiterà ce lo siamo voluti noi con decenni di voto dissennato.
Il fatto è che per risollevare la situazione occorre abbattere la spesa pubblica, andando ad incidere in maniera sistematica sul costo per personale e collaborazioni varie, chiudendo anche enti inutili ed obsoleti che costano decine di miliardi l’anno.
I risparmi consentirebbero di abbassare le tasse sul lavoro (con ripresa della domanda interna), risparmiare interessi sul debito (sia attraverso le ridotte emissioni di titoli di stato che attraverso il ripagamento diretto), creando in questo modo un circolo virtuoso.
Il punto è: gli italiani sono disposti a reinventarsi, andando a cercare lavoro, invece che continuare a prendere soldi per servizi inutili, pagati dagli altri?
Ricordate l’ultimo referendum: è bastato ventilare una piccola riduzione di posti politici (e quindi della possibilità di avere piccoli favori pubblici) e tutti in massa abbiamo rifiutato la riforma. Di cosa ci lamentiamo quindi? Pensate davvero che il comico cambierebbe qualcosa (guardate Roma)?.

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A PRODI:Per me gli stanno crescendo i “baffetti” anche a lui.

Prodi guarda al centro e incontra Calenda, un altro passo dell’attivismo del prof per il centrosinistra. Gelo di Renzi. Faccia a faccia a Bologna. L’idea di aggregare una forza di centro intorno al ministro per costruire poi una coalizione con Pd e Pisapia.

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Un autentico ragno sto Prodi… tela… incollare… bah! A me sembrano tutte psico-congetture della solita giornalista (sigh!), che per scovare il marcio in Danimarca si fa tutta la Groenlandia a piedi scalzi. Io, ad esmpio, di questa lite continua fra Renzi e Calenda ne leggo solo qua. Sarà un caso?

Ma questi non l’hanno ancora capito che colui che attrae voti è Matteo Renzi! Calenda Pisapia Speranza Montanari e compagnia, è la solita sinistra perdente. Per governare bisogna avere i voti dei cittadini non dei soliti intellettuali di turno. per VOI il 30% degli italiani (sondaggio) è attratto da colui che nella sua realtà non è altro che un ‘arido arrivista assetato di potere’.Sapete che significa questo? L’ennesima invenzione neo-democristiana: cassato il tecnocrate Monti, buttato a mare l’algido Letta, ora si rottama il giovane Renzi. Et voilà la new entry, ergo un mix dei precursori: tecnocrate, freddo, giovane. Che poi le sue scelte politiche non siano caratterizzate da grandi idealità, prima Italia Futura poi Scelta Civica poi indipendente, è dimostrazione di una fluidità di pensiero verdiniana e ciò è di buon auspicio.

Renzi è già stato sfidato dalla sinistra sinistra e ha vinto con buoni margini. Scavalcarlo sarebbe politicamente suicida. Prodi farebbe bene a spiegare a suoi che l’unico modo per disfarsi di Renzi è vincere le primarie successive.

Aggiungo che Calenda puo’ anche essere un buon ministro, ma assumere una leadership, cosa peraltro esclusa dall’interessato, e’ un’altra faccenda. Quanto al Renzi, rieletto dai suoi tifosi e forse gradito agli elettori, e’ evidente il tentativo di escluderlo come futuro PdC se non a condizione di non essere piu’ Renzi.

Ma guardate che il fatto che il prossimo candidato di csx si chiami renzi o pippo o calenda o prodi, a me non importa. Basta che prenda il 30% o più e si faccia votare da più di due milioni di persone nelle primarie di coalizione. Renzi ha sostenuto diritti civili e ius soli, ergo non è socialmente di destra, è liberale e basta. Magari attirerà anche un po’ di voti da chi votava Berlusca e per il quale il liberalismo sociale non è un problema, ma non significa che Renzi sia la stessa cosa di Berlusca.

Lei, professore, vorrà far fuori Renzi? Beh io penso che non potrà riuscirci per il semplice motivo che Renzi è uno stratega. Lei un essere molto fortunato. Lei Non ha mai vinto nulla; si è sempre trovato al posto giusto al momento giusto (fortunato). Quando a lei è parso di aver vinto sono stati gli altri ad aver perso. Di danni a questo paese lei ne ha provocati tanti e penso che siano stati sufficienti e non c’è bisogno di aggiungerne altri. Si faccia pure da parte. Le sue ragnatele potranno servire solo a catturare qualche mosca.

PS: Tutto ciò mentre al’interno delle aule parlamentari si continuano ad osservare queste tristi vicende che rispecchiano ahimè lo stato imbarazzante del livello culturale italico, al’esterno stiamo osservando altrettanti tristi manovre che tentano in qualche modo di mantenere inalterato lo status quo. E’ con vero dispiacere che dobbiamo osservare come l’economia nostrana si sta inventando il modo per far resuscitare quella parte di un centro sinistra depresso che non ha saputo far altro che perdere.
Perlomeno in Francia l’economia si è inventata in un anno un partito virtuale che ha evitato però di far salire sul carro, almeno in questa fase, i perdenti istituzionali.
Noi no, la nostra economia ingegneristica ancora una volta , usando ahimè anche persone per bene, persone per bene che avrebbero dovuto capire da anni i danni coi baffetti, sta cercando di riproporre il “Rosè antico”. Non gli sono bastati due governi mandati a picco per capire.Il Rosè ecumenico- legale, quello che va bene su tutti i colori ma in particolare sui tappeti verdi delle residue privatizzazioni, anche nell’ottica 2019 della liberalizzazione delle tariffe sui consumi, farà sorge…re nuovi soli senza ius

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Ma va a cacare coso inutile. Cos’è la 156esima volta che sto sfigato komunista minaccia, ma torna nel nulla va mantenuto del casso.

Speranza fa la voce grossa con Gentiloni: “Cambi rotta o la manovra la fa con Berlusconi” Il coordinatore di Mdp: “La verifica andrebbe fatta sulle politiche sociali, senza una svolta non si va lontani”

Risultati immagini per SPERANZA.Nato per perdere.

Ma che problema c’è !! Tra pochi mesi ci saranno le elezioni, MDP prenderà il 51% dei voti e potrà eleggere D’Alema presidente del Consiglio e potrà fare ciò che vogliono ? Infatti con idee così giuste, aperte, maggioritarie, il successo è semplicemente inevitabile, anche perché altrimenti che motivo avevano di rompere il PD….A voi dite che non è così, che rompevano le scatole solo per avere qualche poltroncina, che a loro degli interessi dei lavoratori non importa niente… Ah si pensate che sia così ??! Ma no vederete che elle prossime elezioni prendono di sicuro il 51%, é inevitabile…..Questo giovanotto pieno di speranza non ha capito che senza voti non si può alzare la voce. Si può discutere, ma forzare non ha senso. Nato per perdere.

Che paese bizzarro l’Italia.Si permette a delle nullità di alzare persino la voce.I Prodi,i Letta,etc etc che sono sempre pronti a bacchettare Renzi perché a dir loro vuol fare cadere il Governo,non stigmatizzano questo atteggiamento di un “alleato”di governo?

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Non esiste colla che tenga … serve un elettrodo!… Al manganese 5% silicio.

“Io a palazzo Chigi? Impossibile” Romano Prodi a In mezz’ora si smarca da un possibile ritorno al governo. Il Professore sprona l’esecutivo sul debito: “Dia un segnale di lungo periodo” “Io a Palazzo Chigi? No, no, è un’ipotesi di impossibilità”. Romano Prodi, già due volte premier, si smarca da un possibile ritorno a palazzo Chigi. Intervenendo a In mezz’ora, su Rai3, il Professore affronta i temi dell’attualità nazionale e internazionale, e sprona la politica a non abbandonare il cantiere della nuova legge elettorale: “Andiamo a elezioni con quello che c’è, ma che questo sia un bene no, no e no. Penso che sia giusto andare al voto con una nuova legge elettorale, sarebbe bene andare con una legge maggioritaria, ma se è utopia, si vada con questa. Prima o poi si dovrà fare una legge”.

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Non c’è molto da commentare.Credo che Prodi, ribadendo la sua non disponibilità ad un ritorno alla politica “attiva” (nemmeno ci pensa ad una eventuale ri-candidatura), dimostri di essere persona seria. Credo anche che, vista la sua esperienza, possa certamente permettersi di dare consigli. Che poi siano accettati e messi in pratica è tutta un’altra faccenda.

Prodi prende atto pragmaticamente che Renzi e’ l’unico leader in campo e peraltro con idee e visioni europee molto piu’ vicine alle sue di quanto possano esserle quelle di Frattoianni o Speranza e in sottofondo fa capire chiaramente che questa pseudo sinistra litigiosa del 3% se non si unisce al PD che ha un valore di mercato di dieci a uno rispetto a loro,non va da nessuna parte ma se si unisce deve farlo accettando contenuti che sono ben lontani dai loro vagheggiati progetti. I fatti sono questi il resto e’ sesso degli angeli.

L’ ho ascoltato e, per come si e’ presentato dalla annunziata, e’ addirittura piu’ divisivo di renzi…anzi, piu’ renziano di renzi; forse fa bene a fare il pensionato felice e il ciclista ….non riuscira’ mai con quelle idee e e nemmeno il pisapia……figuriamoci, quindi penso dovranno andare per la loro strada…..Due considerazioni: 1) Legge elettorale: Prodi è stato 2 volte al governo ma si è guardato bene dal modificare il Porcellum; gli piaceva? Ora fa la predica? 2) Se Renzi non si riconcilia con letta “non si riconcilia il Paese”; sarebbe opportuno che l’esimio professore ci spiegasse chi e cosa rappresenta letta, io non l’ho capito.

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La mia unica preoccupazione e’ il rancoroso Dalema . Con lui si perde sempre.

Prodi, Renzi, Pisapia e una certa idea di sinistra. Quasi certamente sarà il segretario Pd ad andare al voto, ma con quale legge elettorale? E con quali alleati per avere una solida rappresentanza nelle due Camere che hanno pari sovranità politica?

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Devo supporre che l’inestricabile groviglio di interessi, denunciato da Mauro qualche settimana fa, o si è sciolto o è diventato meno importante (e come mai?) o non era poi tanto inestricabilmente aggrovigliato.
Quando mai sentiremo da un giornalista importante un’autocritica su posizioni assunte un po’ avventurosamente e propalate con seriosa gravità?
Tutti possono sbagliare, i grandi commentatori, mai.
Quando si sparano giudizi così tranchant, si deve avere il coraggio di andare fino in fondo, altrimenti uno pensa che fosse solo una posizione dettata dalla convenienza politica del momento e resta col dubbio di quanto essa possa essere strumentale.
Ad esempio, sto ancora aspettando da Repubblica una parola chiara sul distaccato scetticismo che ha accompagnato la campagna referendaria, e che ha tralasciato di evidenziare le catastrofiche conseguenze del NO, che stiamo vivendo e che vivremo.
Ma lasciamo da parte il referendum, è andato, e, come disse più o meno  J. Nicholson “non si piange sui referendum versati”… Benedetto Croce scriveva che se un lettore di storia si aspetta che un autore gli dica “questa è la verità!”, attenderà invano. Il lettore deve farsi una propria idea dalle letture e dai documenti storici. Noi, più modestamente, atteniamoci alla cronaca. Come dice Scalfari, tutto è dinamico, anche troppo, e lo sarà di più in Italia dopo l’estate e le elezioni in Germania. In Italia la situazione politica è confusa, non delineata, perché sono vigenti due leggi elettorali proporzionali che premiano chi si distingue. Alla Camera, ma non al Senato in cui rischiano sia FdI che l’arcipelago di sinistra. Si farà una legge che favorirà il maggioritario o semi maggioritario? Non credo.

Ma figuriamoci se non sarebbe un grande passo in avanti unire le due sinistre: la quadratura del cerchio. Ma se non è mai esistito, non esiste, nè mai esisterà chi riuscirà a compiere simile impresa, sarebbe meglio non parlarne. Prodi ? ma se è caduto due volte a causa della sinistra minoritaria….Pisapia ? cosa può dare? garanzie notarili ? Il problema di fondo è nella disparità di rappresentanza democratica delle due componenti, una al 30%, l’altra al 10 (ma molto più probabilmente 5) con la storica tendenza di quest’ultima  a pretendere di  esprimere ed imporre la linea politica pur essendo minoritaria, il che è antidemocratico e quindi inaccettabile. Ne ho viste di tutti i colori da questa combinazione, e non ci credo neppure se a guidarla ritornassero dall’oltretomba i migliori leaders politici degli ultimi secoli. Ognuno per la sua strada, meglio perdere con le proprie mani.Pase dove per anni hanno prevalso le Primedonne, individualisti ed esibizionisti legati solo al potere per il potere; che non vogliono rassegnarsi a parti di comprimario. Con questa sinistra dove tutti, anche i microbi (come voti) vogliono comandare, come possibile unirsi su programmi condivisi solo a parole ma poi avversati se li portano avanti altri?

Renzi è, nei fatti, più affidabile di quella sinistra-sinistra che ha aiutato la destra a vincere il referendum. Se si fa una battaglia a fianco di qualcuno ben puù forte e prepotente, come ha fatto la sinistra-sinistra, si deve sapere che sarà proprio il più forte a ricavarne tutti i vantaggi: in pratica, quindi, si combatte per lui.
La fine del bicameralismo paritario era l’obiettivo strategico del referendum, come era facile capire; invece la sinistra-sinistra voleva usare il referendum per liberarsi di Renzi, proprio come le destre, per una miserabile questione di potere. Non potendo dirlo apertamente, ha finto di preoccuparsi delle funzioni del Senato depotenziato, con la complicità di alcuni intellettuali in cerca di notorietà e di avventure.
Il compito di Prodi, di federatore del centro-sinistra, è ora difficilissimo; ma lui è l’unico che può forse riuscirci.

 

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