Quindi, ricapitolando, in Italia c’è un tasso di disoccupazione ridicolmente alto che però non tocca assolutamente gli immigrati. Questi nel tempo lavoreranno, se ne andranno lasciando un po’ di contributi o moriranno giusto in tempo per poter pagare le pensioni agli italiani.

Gli immigrati che ci pagano le pensioni. I dati – e il presidente dell’INPS – dicono che se bloccassimo gli arrivi di persone extracomunitarie il nostro sistema pensionistico andrebbe in grossa difficoltà.

Nella sua relazione annuale Tito Boeri, presidente dell’INPS, l’ente che si occupa di raccogliere i contributi economici dai cittadini ed erogare prestazioni sociali come le pensioni, ha detto che se chiudessimo le frontiere agli arrivi dei migranti extra-comunitari il nostro sistema pensionistico si troverebbe in grosse difficoltà. Secondo una simulazione fatta dai tecnici dell’istituto, da oggi al 2040 l’INPS perderebbe in totale 38 miliardi di euro. In questa circostanza lo Stato dovrebbero far fronte alla perdita recuperando tramite la fiscalità generale – cioè aumentando le tasse – quasi due miliardi di euro ogni anno per 22 anni. «Insomma, una manovrina in più da fare ogni anno per tenere i conti sotto controllo», ha detto Boeri durante la presentazione del rapporto.

Risultati immagini per Gli immigrati che ci pagano le pensioni.

Ohibò, ma che dice signor Boeri? Ci racconta che l’immigrazione conviene economicamente sia agli immigrati che a noi? Tutto ciò è intollerabile, è contrario a qualsiasi cosa in cui crediamo, non è possibile! Noi siamo qui per lamentarci, per dare la colpa di qualcosa a qualcuno, non possiamo accettare una notizia così positiva!

Ma di che sta parlando Boeri? E’ mai uscito per strada?
Non nego che nelle fabbriche, cantieri, negozi ecc. ci sono molti lavoratori di origine straniera che lavorano seriamente e pagano i contributi, ma di certo non sono quelli che arrivano tramite i barconi (i quali, a loro volta, sono una parte minoritaria degli immigrati in Italia): essi sono, per una cifra che oserei dire sfiori la totalità, ospitati nei vari centri/ex alberghi/ong a non far nulla in attesa di non si sa cosa voglia decidere il governo, oppure vagabondi, oppure inseriti in circoli criminali (es. un palazzo abbandonato a 500 metri da casa mia e occupato abusivamente da decine di immigrati clandestini i quali vengono costantemente fermati per spaccio e rilasciati). Oppure ancora, si spostano verso l’Europa continentale.
Se magicamente bloccassimo gli sbarchi (ignorando per un attimo la questione morale che si solleverebbe) l’effetto pensionistico sarebbe nullo: i lavoratori romeni, russi, pakistani, serbi ecc. che lavorano e pagano i contributi sono qui con un regolare permesso di soggiorno, regolare contratto ecc.
Si può giustificare l’accoglienza dei profughi per ragioni umanitarie, ma non inventiamoci numeri dal nulla, su. Altrimenti non si è migliori dei cosiddetti “populisti” tanto osteggiati se si inventano le argomentazioni.

E’ il classico discorso a direzione predeterminata, che finge di essere un’analisi ed è una propaganda.

a) Come sono calcolati i costi che comporta la popolazione migrante? Siccome il diavolo si nasconde nei dettagli, segnalo come le rette degli asili nido a 1/10 della cifra piena che si concedono per i bambini dei migranti sopravanzano di gran lunga la loro quota di rappresentatività statistica. Boeri lo sa? E lo sa che quel 10% della popolazione usufruisce in misura iper proporzionata alla loro quota degli alloggi popolari? Ha idea di quale sia la percentuale dei non pagatori di multe fra gli stranieri? Di quale sia la quota di devianti che comporta costi di ogni tipo? I servizi sociali che ogni giorno hanno una rogna con qualche padre padrone islamico che mena la figlia perché indossa i jeans, Boeri li calcola? Sono tutti esempi, alcuni dei quali mi sono anche piuttosto chiari, e di altri vado a buon senso. Di certo, i costi che la migrazione comporta non sono né modesti né soprattutto circoscritti.

b) Sarei curioso di vedere se molti dei fatidici “lavori che gli Italiani non vogliono più fare” non sono altro che estromissioni da dumping. Pochi giorni fa a Torino una donna licenziata dal bar dove faceva le pulizie si è data fuoco all’INPS. Aveva perso il posto di lavoro e tardava l’assegno di disoccupazione. Sarei molto curioso di sapere i nomi degli addetti, o delle addette, della ditta che ha preso il posto della signora che si è data alle fiamme. Quando non c’erano stranieri, i lavori agricoli erano svolti da Italiani. Oggi molto meno. Boeri mi può garantire che in assenza di stranieri, una certa quota di Italiani non tornerebbe a lavorare come bracciante? E nell’edilizia? Come si fa, in un Paese con un 11% abbondante di disoccupazione, con automazione e globalizzazione che cancellano ogni giorno posti di lavoro, a dire che per fortuna arrivano braccia da fuori?

c) Gli Italiani estromessi dagli stranieri nel lavoro sono i più modesti economicamente. Certo il presidente dell’INPS non perderà il posto perché si offre un Nigeriano per metà del suo stipendio, ma attizzare la guerra fra poveri è vergognoso.

d) Boeri può giurare che in futuro non erogheremo, come poi sarà giusto farlo, le pensioni anche agli stranieri che hanno lavorato qui?

e) Nella stessa intervista si legge che l’INPS eroga 440 prestazioni ma che solo 150 sono di natura pensionistica. Fosse che per tenere in pareggio l’INPS sarebbe ora di tagliare oneri impropri invece di esaltare la pensione scandalosamente troppo tardiva?

f) Su quest’ultima: io (per dire un’enormità di persone) accetto di buon grado, sebbene ovviamente sia una diminuzione considerevole, la pensione integralmente contributiva. Io non contesto

né 1) aliquote contributive

né 2) calcolo sulla speranza di vita residua (e ci sarebbe un discorsino da fare, e si glissa sempre)

né 3) importo pensionistico che ne sortisce dal combinato di 1) e 2). Però trovo semplicemente violento e dittatoriale che io non possa decidere a che età andare in pensione. Se vado dal fornaio, non contesto né che tipodi pane ha prodotto, né i prezzi che pratica: tuttavia, rivendico il diritto di comprarne quanto mi pare.

g) vedi alla voce “si glissa sulla speranza di vita residua: non è evidentemente corretto riversare ogni aumento della speranza di vita residua all’età x in altrettanti mesi o anni di lavoro: fra lavoro e pensione c’è evidentemente un rapporto, una frazione, tipo (esemplifico) 3/4 e 1/4, o quel che è. Se la vita aumenta di un anno, adesso ti buttano dentro un anno in più di lavoro. E’ ovvio e giusto che la proporzione fra lavoro e quiescenza andrebbe mantenuta, e quindi un anno di speranza di vita in più dovrebbe dare nell’esempio 9 mesi di lavoro e 3 di pensione, non 12 tutti di lavoro.

Il Presidente dell’INPS come gli capita spesso straparla. Il suo interesse è puramente mediatico e pertanto le spara sempre più grosse. Prima di tutto possiamo stare certi che chi lavora difficilmente andrà via dall’Italia e se andrà via sara subito rimpiazzato da qualcun altro, forestiero o Italiano che sia. A meno che non ci sia più bisogno di nessuno che faccia il suo lavoro (molto improbabile).
Gli immigrati che lavorano portano soldi nelle casse dell’INPS, ma quelli senza lavoro sono, di fatto, dei mantenuti dallo Stato Italiano e quindi da noi cittadini. Il Presidente dell’INPS ha messo in conto questi costi ? Per non farla lunga, viene da dire: “a presidè, ma che stai a dì !!!

Quindi, ricapitolando, in Italia c’è un tasso di disoccupazione ridicolmente alto che però non tocca assolutamente gli immigrati. Questi nel tempo lavoreranno, se ne andranno lasciando un po’ di contributi o moriranno giusto in tempo per poter pagare le pensioni agli italiani.ultima modifica: 2017-07-05T11:37:47+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share