Cos’è il populismo: la presunzione che l’interesse del popolo sta nella difesa da una orda di poveracci che inquinano e disturbano il quieto vivere dei bempensanti; per altro si accompagna al “sovranismo” (cioè al nazionalismo sciovinista, portatore di guerre e di discriminazioni etniche), al falso patriottismo, al razzismo, all’idea folle che un pianeta del sistema solare possa essere indipendente ed autonomo fuori dal sistema stesso. Il populismo non è l’abito politico – l’essere vicino ai bisogni e alle esigenze vitali del popolo – che il nuovo presidente del consiglio dice di indossare, ma la maschera maligna di Salvini e il vestito inesistente del re nudo esibito da Di Maio. Quanto è la premessa del regresso culturale e umano cui andiamo incontro.

La memoria corta degli italiani è LA CAUSA DI TUTTO.

Risultati immagini per La memoria corta degli italiani

Forse non molti sanno che per tutto il dopoguerra, negli anni del boom, fino al 1961 resta in vigore la legge fascista che tratta i migranti meridionali e veneti che si spostano in Toscana, Emilia e nel triangolo industriale, come clandestini, come irregolari in una analogia che pur nelle dovute differenze avvicina alla realtà del nostro tempo.

Anche allora era difficile stabilire i numeri effettivi di questa enorme ondata migratoria che creava tensione sociale anche se l’approccio delle forze politiche fu meno devastante
La norma che considerava queste persone come clandestine era una legge approvata nel 1939 per scoraggiare le migrazioni interne e l’urbanizzazione. Questa legge diceva che per poter cambiare residenza era necessario provare di avere un’occupazione nel luogo della nuova dimora ma, allo stesso tempo, per poter ottenere un’occupazione era necessario possedere un nuovo certificato di residenza.

Ovviamente la norma veniva ampiamente disattesa per interessi contrapposti. Allo stesso tempo era causa di angoscia e frustrazione per migliaia di emigrati che, messi ingiustamente in uno stato di illegalità, si trovavano in una situazione di debolezza nei confronti dei datori di lavoro e dei padroni di casa.

Negli anni del boom il razzismo era evidente nei confronti di coloro che lasciavano le loro terre senza speranza per venire a “disturbare” nelle altre, ma in realtà a lavorare per i mestieri più umili e faticosi. Era normale che non avessero grande padronanza di parola e scrittura. Anche allora vivevano in condizioni di irregolarità, accatastati in locali di fortuna con affitti a nero. Anche allora si parlava del noi e di loro. Anche allora alcuni di loro finivano nelle manovalanza della “mala”. Anche allora caporali, cooperative e “carovane” li sfruttavano. Anche loro vivevano una dimensione devastante nell’esperienza dell’integrazione

Ma non erano solo i meridionali e veneti a destare paure. Sì perché poco prima la diffidenza e il sospetto avevano colpito chi veniva dalle campagne, dalle montagne intorno alle grandi città. Anche allora, concluso il turno lavoro, si sarebbe voluto per loro il coprifuoco per tenerli chiusi nelle baracche delle periferie. Anche allora si diceva che per causa solo la coesione era minata che ci sarebbero state pericolose contaminazioni.

Ecco perché una certa predisposizione alla memoria corta che in molti ci colpisce fa male.
E lo fa ancora di più quando ad esserne vittime sono i figli e i nipoti dei migranti di quel tempo.

Una riflessione che facevo qualche giorno fa era che La Lega, ed i giovani della Lega, più che essere proiettati verso il futuro mi sembravano volti verso il Medioevo. Ecco io vedo che l’Italia è sempre la stessa, quella del medioevo: il ducato, la contea, il paesino arroccato e cinto a difesa delle orde barbariche.
Qualche anno fa, parlando con un vicino di casa (un paese di 1.600 persone su una superficie di circa 12 Km quadrati) di un’altra famiglia… mi son sentito dire che loro erano altri, erano della frazione xy. La mentalità nostra è ancora quella lì. Arroccata e diffidente.

Cos’è il populismo: la presunzione che l’interesse del popolo sta nella difesa da una orda di poveracci che inquinano e disturbano il quieto vivere dei bempensanti; per altro si accompagna al “sovranismo” (cioè al nazionalismo sciovinista, portatore di guerre e di discriminazioni etniche), al falso patriottismo, al razzismo, all’idea folle che un pianeta del sistema solare possa essere indipendente ed autonomo fuori dal sistema stesso. Il populismo non è l’abito politico – l’essere vicino ai bisogni e alle esigenze vitali del popolo – che il nuovo presidente del consiglio dice di indossare, ma la maschera maligna di Salvini e il vestito inesistente del re nudo esibito da Di Maio. Quanto è la premessa del regresso culturale e umano cui andiamo incontro.ultima modifica: 2018-06-09T18:29:30+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share