Saranno i conti pubblici a far cessare questa perenne campagna elettorale, la prima in tutta la storia italiana che prosegue anche dopo le elezioni.

Bruxelles ci chiederà 9 miliardi subito. Dalle stime di Confindustria tante cattive notizie per Tria. Per il Csc il Pil rallenta, deficit e debito peggiorano: “Realistica” richiesta Ue di “manovra correttiva da 9 miliardi nel 2018 e da 11 miliardi nel 2019”

Tante cattive notizie per Giovanni Tria, che sarà presto impegnato a far quadrare i conti pubblici e pressato per dare seguito alle promesse elettorali di M5S e Lega. Per il Centro studi di Confindustria, che ha diffuso oggi le nuove previsioni, la crescita 2018 rallenta, il mercato del lavoro peggiora, il deficit e il debito pubblico sono visti in aumento e l’Europa busserà alle porte del Ministero per chiedere una manovra correttiva da 9 miliardi di euro già quest’anno.

PIL – Secondo il CsC l’Italia rallenterà all’1,3% quest’anno dall’1,5% del 2017 e all’1,1% nel 2019. La previsione sul 2018 non sconta un’eventuale manovra bis per correggere l’andamento dei conti in corso d’anno. Il nuovo scenario risente “del rallentamento globale e in particolare dell’export italiano e degli investimenti privati, di un mercato del lavoro non più tonico come prima, dell’aumento dello spread”, ha detto il nuovo capo economista di Confindustria Andrea Montanino.

DEFICIT – È previsto all’1,9% del Pil nel 2018 e all’1,4% nel 2019, al di sopra dei target del governo e condivisi con l’Europa. Confindustria rivede in peggio le previsioni anche a causa del rallentamento del pil. La previsione 2019 sconta la sterilizzazione delle clausole Iva interamente coperta. “Non si può fare tutto e subito perchè la situazione dei nostri conti non ce lo permette”, spiega il Csc.

DEBITO – Il debito pubblico italiano si assesterà al 131,6% nel 2018, scendendo di appena 0,2 punti percentuali sul 2017, e al 130,7% del pil nel 2019. La stima peggiora in base al rallentamento del pil e in base agli scenari internazionali.Ilsentiero di riduzione del debito pubblico appare, nel quadro delineato dal centro studi, molto più rallentato di quanto atteso (1,1 punti di calo in meno in ciascuno dei due anni).

MANOVRA CORRETTIVA – Per rispettare le regole europee e centrare i target condivisi con la Commissione serve una manovra bis a valere sul deficit 2018 di 9 miliardi, cioe” 0,5 punti di Pil, e una manovra correttiva di 11 miliardi (0,6 punti percentuali) nel 2019, come peraltro già indicato dall’Ue. Lo calcola il Centro Studi di Confindustria nelle nuove previsioni economiche prendendo a riferimento i target fissati per il deficit/pil (1,4% quest’anno e 0,8% nel 2019) e considerando la flessibilità già accordata all’Italia dall’europa (0,3 punti nel 2018). “Ci sono pochi spazi di bilancio per l’Italia”, ha detto Montanino.

LAVORO – Si allungano “ombre sul mercato del lavoro che appare non più tonico” come nei mesi scorsi e ” ha perso slancio tra fine 2017 e inizio 2018″. Si stima un tasso di disoccupazione al 10,9% nel 2018 e 10,6% nel 2019. La componente dipendente torna ad essere trainata dal temporaneo, quindi si rileva una tendenza al lavoro a termine probabilmente indotta dal rinnovato clima di incertezza.

SPREAD – L’Italia è “un elemento di potenziale instabilità per la periferia europea”. Così Montanino spiega il legame tra l’andamento dello spread tra titoli italiani e tedeschi e la percezione ‘politica’ del nostro paese in Europa e nel mondo questo momento. “Lo spread in parte rientrato a giugno, resta più elevato rispetto ai valori dei primi 4 mesi del 2018 (circa 100 punti base)”, rileva il Csc. “L’italia si porta dietro altri paesi – ha spiegato Montanino – c’è un effetto contagio, aumentato dal fatto che l’Italia è un paese del G7, una grande economia e fondatore dell’Ue, quindi impatta sull’eurozona e sul resto del mondo”.

Eccoci alle prime rese dei conti, ma già immagino che i professionisti del consenso avranno preparato una risposta dando le colpe al PD ed alle lobbies che manovrano l’Europa. Anche Confindistria rischia di essere buttata nel calderone, vedrete, i regimi non ammettono dissensi.

Ma insomma, c’è qualcuno in Italia, al Governo e fuori di esso, in Parlamento o fuori di esso, o al limite nel popolo più o meno appassionato ai nostri problemi, che comincia ad accorgersi della “dittatura strisciante” che sta per strangolare il Bel Paese? 
C’è qualcuno capace di vedere lo scivolamento dello “Stivale” verso i paesi populisti del Est-Europa, a cominciare dall’Austria, per finire ai quattro fascistoni di Visegrad? E’ definito “Italexit”, e porta male solo al leggerlo nei giornali. 
C’è qualcuno capace di sospettare che i ripetuti finanziamenti provenienti da Mosca alla Lega servono solo a stimolare un più forte aggancio al potere crescente di Putin? Così molto presto riusciremo a cancellare, per ordine di Salvini, le sanzioni che il mondo atlantico cui apparteniamo ha inflitto giustamente alla Russia. 
Così accade, nel nostro governo, che una sottosegretaria, tale Castelli, immatura trentunenne, adeguatamente istruita dai due compari vice-presidenti, intima all’Istat di comunicare dati aggiustati alla bisogna, consoni a sostenere le bugie del Governo. E nessuno l’accompagna alla porta, per la gravità dell’azione commessa? Come parlerà la Castelli con il proprio Ministro Tria, certamente di parere opposto a questa scelta infame?
E c’è in giro qualcuno che rinfacci a Salvini il delitto consistente nel dare ordine di non rispondere in mare agli SoS, prescindendo dalla provenienza?
Forse siamo di fronte ad un fenomeno di follia collettiva. Ci serve una urgente “lezione magistrale” di Massimo Recalcati, l’unico che potrà spiegarci che cacchio frulla nella testa bacata degli italiani pseudo attivi – i governanti – e dei sessanta milioni di cittadini, mestamente passivi. 
Sempre tenendo conto del suo principio che dice: ”la felicità è amare quello che si ha”. Non saprei come si possano amare individui perversi e insignificanti come Di Maio e Salvini. Ed è tutto quello che oggi abbiamo.

 

Saranno i conti pubblici a far cessare questa perenne campagna elettorale, la prima in tutta la storia italiana che prosegue anche dopo le elezioni.ultima modifica: 2018-06-27T12:03:18+02:00da bezzifer
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