Manovra intelligente di Renzi Si pone al centro dell’ambiente professionale e centrista

Un incontro, quello di Italia Viva a Cinecittà, che ha decisamente rivitalizzato un partito un po’ depresso dall’assenza alle competizioni elettorali del 26 gennaio e un po’ oscurato da una fase nella quale erano gli altri a ottenere l’attenzione dei media. I 5 Stelle per le loro vicende interne (dimissioni-allontanamento di Luigi Di Maio e avvio di una spinta correntizzazione), i Pd per una naturale esposizione mediatica, non sempre eccellente, non sempre centrata, purtuttavia esistente. Ci sono, nel governo, questioni che sembrano trascendere le sue capacità complessive di comprensione e di gestione con un primo ministro che sfoggia una sicurezza di sé non suffragata da reali asset politici, fondata tuttavia sull’inconsistenza altrui.

Dalla Libia alla riforma fiscale, si presenta un panorama di non-decisioni, di incertezze, di errori che qualifica in modo inequivocabile un’esperienza marcata dal prevalere del pernicioso nichilismo grillino, non contenuto né contestato dai soci di governo. E dire che risultati elettorali e sondaggi danno il partito dei 5 Stelle in profonda crisi, prossimo all’implosione, soprattutto se ci si avvicinasse a una consultazione elettorale che potrebbe vederli ridotti alla marginalità. E, in qualche modo, la situazione istituzionale ha steso una caritatevole rete di protezione, visto che sin dopo il referendum il presidente della Repubblica non scioglierà le camere.

Una posizione che, tuttavia, non impedirebbe di per sé una crisi di governo, un rimpasto, insomma un riequilibrio ulteriore delle posizioni di potere.Ai problemi politici si aggiunge il Corona-virus che è entrato nelle case degli italiani in termini comunicativi, tuttavia aprendo un fronte di inattese preoccupazioni. Fa bene il ministro Roberto Speranza a vantare, al di là del vero e del ragionevole, il sistema sanitario italiano, le cui pecche concentrate al Sud e nelle isole dovrebbero essere invece affrontate e sanate. Ma il Coronavirus è un buon argomento per chiedere la sospensione delle polemiche e della virulenza delle propagande. Questione sulla quale torna a scommettere, al di là del ragionevole, come un giocatore di poker che dopo alcune mani perdute rilancia rialzando la posta, Matteo Salvini: se le cose non andranno male come preconizza e minaccia, anche questa battaglia potrebbe rivelarsi un altro dei boomerang di questi mesi.

La data (1° e 2 febbraio) per la riunione di Italia Viva non poteva essere scelta meglio. Il governo vivacchia tra un inutile vertice e l’altro, senza avere ancora messo a punto, a 5 mesi dalla nascita, un disegno strategico di politica interna né (ma non può essere altrimenti con un Di Maio agli esteri) internazionale e non si capisce cosa stiano facendo i ministeri che stanno esaminando le questioni di competenza e sul tappeto al fine di formulare proposte. Insomma, Giuseppe Conte si è comportato come un neghittoso professore di liceo che ai suoi studenti chiede un tema «a piacere». Invece di indicare un’area di approfondimento e relative linee guida. Cioè, prima di lasciare ai ministeri la speculazione sui loro problemi, il governo doveva assumere come prioritari alcuni campi e alcune questioni, indicando gli obiettivi da raggiungere.
Così non si va da nessuna parte. Perciò, Matteo Renzi è entrato nella mischia e senza pensare troppo ai titoli di giornale ha prospettato una linea di Italia Viva che accoppia alla ragionevolezza generale, manifestata nel primo giorno di convegno, l’attacco su un unico punto: la prescrizione. In questo modo, non fa a testate con il governo, ma con un solo ministro, molto debole sotto il profilo culturale e politico, ancoratosi a un manettismo giustizialista, rimasto ormai nelle corde del solo giornale di sostegno.

Sulla prescrizione, c’è la rivoluzione dell’avvocatura, di parte della magistratura e di quella parte di popolo che ha avuto e che ha a che fare con una giustizia (anche civile) votata alla tutela degli interessi corporativi dei suoi componenti e ben poco alla gestione efficiente del «servizio giustizia» dei cittadini. Tanto per ricordarlo a tutti, un dato: il processo penale di primo grado dura mediamente in Italia 310 giorni, mentre la media europea è di 138 giorni. Tentando di mantenere in vita l’abolizione della prescrizione, Bonafede annuncia una legge per la quale quando il processo supera una certa durata i suoi titolari verranno sottoposti a procedimento disciplinare. Una sciocchezza prima che un errore, visto che nessuno dei nodi del processo vengono affrontati e risolti.

Renzi sceglie la prescrizione per riaprire, nel governo, una decisa dialettica, alla quale sin qui si sono sottratti i Pd, proni ai 5Stelle come furono proni, sino a un certo punto, i leghisti. Quali timori abbiano i soloni di via Sant’Andrea delle Fratte è presto tetto: si chiamano elezioni. E, visto il modesto recupero in Emilia-Romagna e un imbarazzante 15,8% in Calabria (che tuttavia consegna al Pd il titolo di partito più votato), sperando in un più qualche punto (1 o 2) nelle prossime elezioni regionali, Nicola Zingaretti e soci componenti della ditta contano sulla propria perpetuatio in assenza di un’idea che è una sul futuro dell’Italia.

Annunciando un voto contro Alfonso Bonafede e la sua prescrizione (approvata dal governo Conte I) Renzi apre il fronte con eccellenti probabilità di vittoria. Un evento, la vittoria su questo terreno, che lo porterebbe all’attenzione del popolo benpensante, dei professionisti, di coloro insomma verso i quali si proietta il suo progetto neocentrista. Del resto, quanto accaduto a Milano (gli avvocati escono dal salone della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario all’ingresso di Piercamillo Davigo) ha platealmente mostrato a quale livello di insofferenza e di contestazione sia giunto il mondo dei professionisti di settore, per nulla intimiditi dalle possibili ritorsioni di una categoria che le ritorsioni le sa usare.

Perciò, se la limitata e circoscritta offensiva di Renzi funzionerà, funzionerà per gli italiani. Ce ne rallegreremo.

Manovra intelligente di Renzi Si pone al centro dell’ambiente professionale e centristaultima modifica: 2020-02-04T16:52:43+01:00da bezzifer
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