Spero fortemente che si trovi il modo di fare ripartire le lezioni in presenza per ogni ordine e grado di studi a partire dai bambini. Forse premier e ministra, piuttosto che forzare per la.partenza il 14 settembre ( che è stato solo un fatto promozionale) avrebbero dovuto prendersi qualche settimana in più e ragionare su come aprire con previsione di scuole aperte tutto l’anno.

Giuseppe Conte, Lucia Azzolina and Paola De Micheli after the press conference on anti Covid measures...“Chi ha tempo, non aspetti tempo”, recita il proverbio… e… di tempo, il trio della morte ne ha avuto fin troppo.
Mentre, il virus, non aspettando, ha colpito senza pietà a destra e a manca, grandi e piccoli, senza distinzione di partito. A casa tutti e tre! Ripartire da zero a casa mia significa ammettere errori gravi passati.
Ripartire da zero a casa mia significa giro di vite della dirigenza e soprattutto della responsabile di tali gravi errori. BASTAVA CURARE I TRASPORTI .POI:Ma santo Iddio bastava ricordarsi di quanto avvenuto nelle scuole sino agli anni ’50: DUE TURNI POMERIDIANI. Io ne proporrei TRE, AD ORE ACCORCIATE: 7-10 con un’ ora per deflusso-afflusso e sanificazione; 11-14 e 15-18. MA LA SCUOLA A DISTANZA NOOOO.VA BENE PER QUINDICI GIORNI! PERCHE MI CHIEDETE!  PERCHE:

“La scuola a distanza? E’ come se lei avesse un figlio in casa incapace di parlare” Le ricadute di questi mesi difficili viste dagli insegnanti. Ma le parole della scienza per l’istruzione non valgono.

“Lei lo sa cosa significa tenere i bambini, i ragazzi fuori dalla scuola? E’ come se lei avesse un figlio in casa e per un anno non parlasse. Allora si renderebbe conto che c’è un problema, un drammatico problema”. I professori che non hanno mai smesso di provarci, che come i salmoni risalgono ogni giorni il loro personale Mar dei Sargassi, sono però stremati e preoccupati. Stanno attaccati a quello schermo sperando di non interrompere il filo della scuola. Perché la Dad (o Did) non è scuola. Per nessuno, né per loro né per i ragazzi. E quando sentono che si vogliono chiudere anche le elementari guardano l’interlocutore con lo sguardo allucinato, “questi sono pazzi”.

Facendo un giro d’orizzonte tra presidi e insegnanti il coro è unanime. Anche troppo raccontato, ma non è mai abbastanza. Nell’Italia dominata da virologi e scienziati di ogni specializzazione, rintoccata dalle indicazioni del Cts emerge come, paradossalmente, la scienza valga sopra ogni cosa, tranne in una caso: la scuola. Sulla Stampa lo dice anche il luminare Fauci: la scuola deve stare aperta. Ma, più sommessamente, in Italia lo hanno detto Miozzo, Locatelli, Richeldi. Perché non vengono ascoltati? Perché stiamo contando i morti, questa è la risposta e quindi bisogna evitare ogni situazione capace di alimentare il contagio. Ma, attenzione, ai morti morti stiamo aggiungendo i morti vivi.

Non è un’esagerazione. La scuola, quando ancora viaggiava nell’ombra prima del Covid, ha cercato di capire fino in fondo la complessità dei ragazzi. E, a seconda, delle problematiche, oggi ci sono dei piani individuali per quelli con bisogni educativi speciali (Bes), per quelli con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). Si guardano in faccia i dislessici, si prendono per mano quelli con grandi disabilità, anche se siamo lontani da quel che realmente servirebbe. Cosa può fare la Dad per questi ragazzi, se non interrompere in modo crudele un processo di apprendimento programmato? Come si fa inclusione davanti ad uno schermo? Quanto toglie a tutti gli altri?

Quel che non è possibile in Italia lo è invece in Francia, Gran Bretagna e Germania, dove le scuole (le superiori) non sono state chiuse, nemmeno nelle fasi più acute della pandemia. Da noi, sembra essere un problema della Azzolina e un po’ anche del premier Conte. Per il resto l’attenzione della politica è distratta, lontana, anche scostante, coprendo qualsiasi discorso con le esigenze dell’emergenza quotidiana. Perché, questa cos’è? Psicologi, pediatri, educatori hanno avvertito su quel che si sta producendo, in negativo, non garantendo la scuola in presenza. Inascoltati.

Si sta lasciando un anno di vantaggio in formazione e apprendimento ai ragazzi del resto di Europa con i quali i nostri si devono confrontare. Un altro.

Spero fortemente che si trovi il modo di fare ripartire le lezioni in presenza per ogni ordine e grado di studi a partire dai bambini. Forse premier e ministra, piuttosto che forzare per la.partenza il 14 settembre ( che è stato solo un fatto promozionale) avrebbero dovuto prendersi qualche settimana in più e ragionare su come aprire con previsione di scuole aperte tutto l’anno.ultima modifica: 2020-11-24T11:17:13+01:00da bezzifer
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