SUL Rdc. Rdc, Renzi vs Conte: “La sua è guerra civile, chiama i soldati russi?” Il leader di Italia viva torna all’attacco sulla misura di contrasto alla povertà introdotta dall’ex premier, oggi presidente del M5S
Al Mezzogiorno devi dare le infrastrutture, non sussidi”. E’ quanto ha detto Matteo Renzi a Padova, durante la presentazione del suo libro ‘Il Mostro’. “Conte difendendo la cultura del sussidio porta le persone a fuggire dal Sud per cercare opportunità” aggiunge.
“Conte e gli assistenzialisti chiedono alla politica. La politica per noi invece deve dare opportunità e chiedere ai cittadini di rimboccarsi le maniche – conclude Renzi -. Poi mi chiedo: Giuseppe ‘condono’ Conte questa guerra civile in difesa del reddito la fa da solo o chiama i soldati russi?”.
Sulla vicenda POEN. Renzi, Nordio: “Conosco solo parte dei fatti”. Ma fu informato dai pm via Pec
Il ministro ha annunciato in Senato l’invio degli ispettori. La Procura mandò tutti gli atti il giorno prima
“Conoscenza solo parziale dei fatti”. Ma i pm informarono Nordio
“Nella scenetta già di per sé poco edificante avvenuta in Senato il primo dicembre scorso tra Renzi e Nordio c’è un retroscena ancora più imbarazzante per le istituzioni”. Inizia così l’articolo de Il Fatto Quotidiano che prende in esame le pieghe della vicenda Open. “Di fronte al senatore-imputato-interrogante Renzi, Nordio ha fatto riferimento a una sua conoscenza parziale e non ufficiale di quanto successo a Firenze. Di qui la necessità di fare ricorso all’Ispettorato per chiarire e prendere poi provvedimenti”, spiega il Fatto Quotidiano.
Secondo il Fatto Quotidiano, “il ministro aveva tutti gli elementi per rispondere in aula. Il giorno prima, nella serata del 30 novembre, era arrivata ai suoi uffici una mail con posta pec dalla Procura di Firenze, con allegate tra l’altro la richiesta degli atti da parte del Copasir e la risposta del pm Luca Turco, in risposta a una richiesta partita dalla stessa via Arenula. In quella nota che dunque Nordio avrebbe dovuto conoscere c’era la spiegazione del perché il pm di Firenze, pur essendo consapevole dell ’annullamento del sequestro delle carte di Carrai senza rinvio, con restituzione degli atti e con l’invito esplicito a non trattenerne copia, avesse scelto di inviarli al Copasir per il suo ruolo istituzionale di tutela della sicurezza nazionale”.Ma il Fatto Quotidiano ricorda che Nordio ha risposto a Renzi al Senato dicendo la conoscenza degli atti è parziale.
SULLA SITTUAZIONE DEL PD. Pd, Ricci: “Portare la barra più a sinistra, Renzi teniamolo fuori”
“La mia idea è che il Pd tenga la barra a sinistra e sia combattivo all’opposizione: solo così potremo contrastare l’opa ostile che stiamo subendo sia da Conte sia da Renzi e Calenda. Va in questa direzione l’idea di una mobilitazione per il salario minimo, da tradurre in una proposta di legge popolare: la destra con gli evasori, noi con i lavoratori sfruttati e sottopagati”. Così il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci pronto a candidarsi al prossimo congresso dem che in un’intervista a Repubblica spiega: “Dobbiamo tenere Renzi fuori dalla discussione congressuale perché disturba, ha l’obiettivo di demolire il Pd. E dobbiamo pretendere rispetto per la nostra comunità che si rimette in cammino. Anche da Conte che deve ricordarsi che senza il Pd non ci sarebbe il Pnrr e non avremmo contrastato meglio di altri la pandemia”.
Asse Nardella – Bonaccini: sul Congresso del PD si allunga l’ombra di Matteo Renzi.
Quello che con la solita felicità di titolazione il manifesto ha definito “Toscanello emiliano”, volendo rappresentare l’asse ormai formalizzatosi sulla strada del congresso del Pd fra il sindaco di Firenze Dario Nardella e il governatore dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria del partito Stefano Bonaccini, ha procurato l’orticaria a un bel po’ di osservatori apparentemente neutrali, distaccati e quant’altro: in realtà, schieratissimi contro l’ipotesi di una vittoria di questo tandem. Che sarebbe né più né meno che la rivincita di Matteo Renzi dall’esterno del partito da lui guidato negli anni scorsi: un partito scalato a suo tempo dalla postazione di sindaco di Firenze, lasciata poi in eredità a Nardella, con l’appoggio proprio di Bonaccini.
In un commento sulla Stampa titolato sull’”ombra di Renzi”, bontà sua, Lucia Annunziata ha scritto che “il filo renziano, sia chiaro, non è una colpa, e nemmeno un complotto”. Ci mancherebbe altro, con tutto quello peraltro che il senatore di Scandicci ha da fare su tutti i fronti che pratica o gli sono soltanto attribuiti. Ma la prospettiva di una vittoria del “toscanello emiliano”, per tornare al manifesto, sarebbe solo rovinosa per un Pd che ormai -per esempio Stefano Rolli nella vignetta sulla prima pagina del Secolo XIX, dello stesso gruppo editoriale della Stampa, e di Repubblica– paragona all’isola d’Ischia travolta dal fango che precipita dalla montagna sovrastante tra le case abusive.
“Rottamazione. Quanta eco in questa parola. Che grande soddisfazione per Renzi”, ha scritto l’Annunziata a proposito del progetto di Bonaccini e Nardella di “smontare e rimontare” il Pd, piuttosto che inseguire a sinistra -come altri preferirebbero- Giuseppe Conte alla testa di quel che è rimasto del movimento grillino nelle elezioni anticipate del 25 settembre scorso. “I timori di scissione che cominciano a circolare in queste ore”, sempre secondo l’Annunziata, “sono la proiezione più chiara” del disastro incombente sul Nazareno. “Giusto, sbagliato?”, finge di chiedersi l’editorialista, esperta e quant’altro della Stampa invocando Watson e fingendo di garantire che “noi non facciamo politica, ma raccogliamo solo le parole che altri lasciano per strada”.
All’Annunziata della Stampa fa ecco in qualche modo, leccandosi i baffi che ancora non ha, Marco Travaglio sul solito Fatto Quotidiano titolando “contro Bonaccini&Co” che nel Pd, o a proposito del Pd, “tutti parlano di scissione” anche o proprio in attesa che scenda “in lizza”, probabilmente oggi stesso, la deputata per quanto non iscritta al partito Elly Schlein, ex vice di Bonaccini alla regione Emilia Romagna e sorella della diplomatica italiana entrata in Grecia nel mirino degli anarchici.
A tali e tanti annunci di scissione del Pd velleitariamente -secondo i grillini- attestatosi nelle elezioni di settembre sopra il MoVimento 5 Stelle, a sua volta dimezzatosi rispetto al clamoroso risultato del 2018, Conte si starà fregando le mani nel tour intrapreso, e cominciato a Napoli, contro il governo “disumano” e “guerrafondaio” di Giorgia Meloni. Che praticamente vuole togliere il reddito di cittadinanza a tanta povera gente, fra cui pochi profittatori, per spendere di più in armamenti, compresi quelli destinati agli ucraini ostinati nel volersi difendere dai russi che li sommergono di missili destinati anche contro scuole ed ospedali.